L’uomo è in carcere: avrebbe commesso il delitto dopo aver visto annegare moglie e figlia. Tra i testimoni la mamma della vittima. Il Procuratore di Locri: «Approfondimenti in corso»

Roccella Ionica, durante il naufragio uccisa una sedicenne irachena: in carcere un papà superstite. Il giallo del movente

L’imbarcazione alla deriva nelle immagini della Guardia Costiera

LOCRI (Reggio Calabria) La violenza unita al dramma, alla disperazione, durante il naufragio di una settimana fa al largo di Roccella Ionica: 30 morti accertati, di cui 12 bambini e un numero imprecisato di dispersi.  Una tragedia avvenuta a più riprese, a diverse miglia dalle coste calabresi: per cinque giorni il veliero è rimasto in balia delle onde, e a più riprese ci sono state vittime. In uno di quei frangenti un superstite, di 27 anni, che aveva appena perso moglie e figlia, ha ucciso – secondo le ricostruzioni degli investigatori italiani – una sedicenne irachena, strangolandola.

Sul movente di H.A., queste le iniziali dell’indagato, ci sono ancora molti dubbi: non è chiaro quanto possa aver influito la disperazione del momento, quanto invece possano aver pesato altri motivi. «Stiamo facendo ulteriori approfondimenti» commenta il procuratore di Locri, Giuseppe Casciaro. Di sicuro l’uomo aveva appena assistitito all’annegamento di moglie e figlia: così hanno raccontato alla squadra mobile di Reggio Calabria e alla Procura di Locri altri superstiti. Tra loro anche la madre della vittima, che ha visto la figlia morire davanti ai suoi occhi.

 

La sua testimonianza drammatica, con quella di altre persone, è considerata attendibile: la procura di Locri ha emesso un provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio volontario, convalidato dal gip.  H.A. è stato trasferito nel carcere di Catanzaro. Era ricoverato all’ospedale di Soverato per alcuni lesioni riportate durante il naufragio.

Intanto le forze di sicurezza curde (Asayish) hanno fatto sapere di aver arrestato quattro curdi sospettati di essere tra gli scafisti del veliero partito da Bodrum, costa turca, per poi affondare  a 120 miglia da Roccella Ionica. Nessuna traccia, invece, dei due superstiti fuggiti dall’ospedale di Locri, sabato pomeriggio.